Ho sempre trovato che ci fosse qualcosa di sbagliato nell’usare il termine aiutare, con troppa leggerezza. Ci sono tanti sinonimi , con sfumature diverse, fondamentali per la nostra percezione di noi stessi e degli altri.
Cooperare, assistere, coadiuvare, favorire, supportare e chi più ne ha più ne metta. Infatti, aiutare per me nasconde un asimmetria morale e percettiva di grande rilevanza.
Ogni parola che utilizziamo in una comunicazione ha un potere su di noi e sugli altri.
Chiedi mai aiuto?
In quanto, quando noi aiutiamo persone che non riescono, siamo noi che risolviamo una situazione o un problema, senza realmente affrontarlo insieme.
Rafforziamo una asimmetria, marchiamo la differenza che ci contraddistingue. Di capacità, di ceto, fisica e via dicendo.
Finiamo per non portare cambiamento, ma solo conferme di incapacità. La cosa si ribalta quando siamo noi a chiedere aiuto, non essendo in grado di continuare a tentare o di stringere i denti fino al risultato desiderato.
Credi ci sia un valore nell’aiutare chi ti sta intorno?
La relazione di aiuto è complicata, invece di liberare spesso vincola, spesso crea catene. Va ad intaccare l’immagine che abbiamo di noi stessi e quella degli altri. Aiutare spesso non da autonomia, può creare dipendenza.
Credo che sia decisivo fare grande attenzione a quando e come utilizziamo la parola aiuto. E’molto più significativo di quanto pensiamo.
Amo sostenere le persone, ma non aiutarle, semplicemente perchè credo in loro.
Cosa provi dopo aver aiutato una persona?
Continua a farti domande…
grazie ad una immagine…grazie ad una parola…grazie ad un tweet…